Dal fondo del cosmo

«Abbiamo il dovere morale di colonizzare lo spazio». Provenendo da una rappresentante della stessa specie - quella umana - che ha provveduto, con risultati francamente deludenti, a costruire le periferie così come sono costruite, la dichiarazione di cui sopra suona un poco allarmante.

Perché un «dovere morale»? Che cosa ci impedisce di rimanere qui, sulla Terra, magari impegnandoci tutti insieme a trattarla un poco meglio di quanto abbiamo fatto fino a oggi? La ragione, secondo Christopher Mason, esperto di genomica computazionale, è che a lungo termine né la Terra né il Sistema solare saranno in grado di garantire la sopravvivenza dell’uomo.

È bene specificare che quando diciamo «lungo termine», intendiamo un termine straordinariamente lungo, molto più del mutuo e delle rate del televisore. Tuttavia, afferma Mason, il primo passo verso l’affrancamento da quello che è stato fino a oggi il nostro quartier generale - il pianeta Terra - va mosso al più presto: «Altrimenti - sostiene - tutte le uova resteranno in un solo cesto». Per chiarire: le uova siamo noi e se il cesto cade le uova si rompono. Se tutte le uova erano nel cesto, tutte si saranno rotte, ma se per precauzione ne avevamo riposta qualcuna su Marte, per dire, ecco che quelle saranno salve e garantiranno il futuro delle uova. Cioè - avete capito - dell’uomo.

Il primo passo, secondo Mason, sarebbe quello di trasferire parte della popolazione umana su Marte ma prima o poi, avverte, anche il Sistema solare non basterà più. Se per questo, aggiunge, arriverà il giorno che neppure di Universo - destinato, secondo certe teorie, al collasso - ce ne sarà abbastanza «e sarà dunque il caso di studiare il sistema per crearne uno nuovo».

Ancora, venendo dalla stessa specie di chi non riesce mai ad approvare in tempo il Piano regolatore, tanta ambizione solleva qualche perplessità. Di fondo, però, resta l’ostinazione dell’homo sapiens a considerarsi talmente centrale da sentire impellente l’obbligo a produrre ogni sforzo, non importa quanto assurdo, teso a perpetuare se stesso. E questo, visto dal profondo del cosmo, probabilmente fa sorridere.

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