Dal Muro alla strada

Leggo gran paginate di celebrazioni per i 25 anni della caduta del Muro di Berlino e, ovviamente, non oso interferire. Ognuno degli scriventi ha ottime ragioni per incanalare il suo discorso nella solennità della retorica e nel pretendere che almeno qualcuna delle sue parole sia degna di un libro di Storia. Non posso competere con la magnificenza di quel raccontare e, come spesso mi capita, preferisco allontanarmi per viottoli secondari. Per quanto mi riguarda c’è una ragione alternativa per festeggiare la ricorrenza senza escludere quella principale, ovvero la caduta del comunismo e la fine della Guerra Fredda. La ragione è questa: l’abbattimento del Muro restituì all’Europa una grande città, una capitale della quale era stata privata almeno dal 1933, anno in cui Adolf Hitler saliva al potere.

Non è cosa da poco: le metropoli, almeno fino al XX secolo, hanno sempre avuto grande importanza. Hanno prodotto idee, mode, arte: in una parola, ciò che chiamiamo cultura. La Berlino della Guerra Fredda non era in grado di produrre alcunché: a Est languiva sotto il tacco di una dittatura paranoica, a Ovest il suo splendore capitalista era in gran parte artificiale. Nonostante gli stipendi fossero del 20 o anche del 30 per cento più alti che nel resto della Germania federale, la città era sottopopolata. L’esenzione dal servizio militare, garantita ai residenti di Berlino Ovest, fece sì che la popolazione “ringiovanisse” rapidamente ma nonostante tutto, la città rimaneva culturalmente inerte. Edifici illuminati e insegne colorate erano più che altro strumenti di propaganda: sontuose pareti di cartapesta per dimostrare ai poveretti dell’Est quanto migliore fosse la vita fuori dalla dittatura del proletariato.

Con la caduta del Muro, e la riunificazione della Germania, tutto cambiò: Berlino è oggi una città vera e dunque vibrante, incasinata, contraddittoria, generosa e, presumo, qualche volta perfino irritante. Crollato il Muro, Berlino – nel senso di agglomerato umano e non di capitale politica - è ora in grado di vedere (e mostrarci) la Strada.

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