Dialogo

Dialogo

SOCRATE: Ti vedo cupo, o Menone. E il tuo passo è stanco. Qualcosa ti turba?

MENONE: Come puoi chiedere se qualcosa mi turba, o Socrate? Non vedi in che pasticcio ci siamo ficcati? Il primo ministro non è riuscito a formare un governo - mannaggia alla democrazia e a chi l’ha inventata -, la Borsa di Atene crolla, quella maledetta barbara - come si chiama? Angela Merkel - sta per buttarci fuori dall’eurozona, lo spread è stratosferico e tu vai in giro a chiedere agli onesti cittadini che cosa li turba? Mi prendi forse per i fondelli?

SOCRATE: Non ti irritare, Menone, e segui il mio ragionamento. Per prima cosa, non puoi arrabbiarti con chi ha inventato la democrazia, perché siamo stati proprio noi greci. Lamentarsene adesso significa fare una cosa che tra molti secoli verrà chiamata autogol. Inoltre, rilassati: le cose che tu hai nominato non esistono, inutile preoccuparsi per cose che non esistono.

MENONE: Come sarebbe, non esistono? Non esistono i partiti? E l’eurozona non esiste? E lo spread? E la Borsa?

SOCRATE: Non esiste neppure la Merkel, se è per questo.

MENONE: Provalo!

SOCRATE: Un giorno in cui ero particolarmente in forma, dimostrai quanto sia assurdo per gli uomini temere la morte. Ricordi?

MENONE: Sì.

SOCRATE: Ebbene, ti pare che lo spread, o il crollo della Borsa, possano essere peggio della morte?

MENONE: Ora che ci penso, direi di no.

SOCRATE: Vedi allora, Menone, che non hai nulla da temere. Vai ora, e il mio pensiero ti sia di conforto. Insieme ad alcuni lingotti d’oro che, dai retta, vorrai nascondere sotto al letto. Filosofi sì, Menone: mica scemi.

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