Dopo la pioggia

Subito dopo la pioggia, l’aria ha un profumo che potrei definire “fresco” se l’espressione “profumo fresco” non rimandasse allo spot di un deodorante. Comunque, è così: c’è un tipo di frescura che si annusa con piacere, perché sa di risveglio e, in fondo in fondo, di ottimismo.

Giusto ieri mattina respiravo ottimismo a polmoni pieni e a occhi chiusi quando ho avvertito un lieve sentore di arance amare. Un profumo piacevole e, per me, inconfondibile: è quello che accompagna - con discrezione - la signora Malinpeggio.

«Buongiorno» ha detto la sua voce.

Ho aperto gli occhi. «Buongiorno a lei».

«Pensavo fosse morto. Ho voluto controllare».

«Grazie per la premura».

«Che cosa fa qui al sole come un paracarro?»

«Nulla di particolare. E lei? È forse in vena di fare due chiacchiere?»

«Non so. Di che cosa vorrebbe parlare?»

«Di Banca Etruria?»

«Non ci penso proprio».

«Suggerisca lei l’argomento, allora».

«Della condanna a 16 anni inflitta al comandante Schettino?»

«Con tutta la buona volontà, non me la sento».

«Non le dò torto. Qualche altra idea?»

«Hackers?»

«Ho già fatto colazione, grazie».

«Che ne dice delle schermaglie tra Unione europea e Gran Bretagna?»

«Anche no».

«Lo sa, signora? Non siamo obbligati a chiacchierare. Possiamo benissimo starcene qui a godere di questa bella aria fresca. La quiete dopo la tempesta, per così dire. Finché possiamo...»

«Buona idea. Facciamo così».

«...»

«...»

«Era un tuono, quello?»

«Stia zitto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA