Probabilmente perché ha ben stampato in mente il principio che bisogna dar voce a chi non ce l’ha (più), il senatore Marcello Dell’Utri, ospite ieri di una diretta online, ha preso le parti di Sua Eccellenza Benito Mussolini. Nel commentare i documentari trasmessi da Raitre nelle rubriche "Correva l’anno" e "La Grande Storia", egli ha affermato: «Sono ben fatti, ma puntano a denigrare il Duce». Ci chiediamo come sia possibile: stai a vedere che, alla lunga, l’aver manganellato gli oppositori, uccidendone alcuni, cancellato la libertà di stampa e trascinato il Paese in guerra, ha finito per esporlo a qualche grossolano sentimento di riprovazione.
In realtà, sottolinea Dell’Utri, «tali documentari sono figli di una storiografia di sinistra che ha una visione unilaterale del dittatore romagnolo. Da parte della sinistra e dei suoi storici c’è una prevenzione assoluta e un certo fanatismo nel rileggere la figura del Duce». Su questo punto, Dell’Utri potrebbe aver ragione. Specie quando fa notare come, nei documentari, Mussolini viene presentato come un personaggio ridicolo: «Un buffone, un dittatore-barzelletta». Al contrario, nei "Diari" in possesso del senatore - recentemente pubblicati da Bompiani - «egli appare come un uomo riflessivo, capace di introspezione, lucidamente critico. Un uomo dotato di grande saggezza, cultura ed equilibrio». Ecco: mi chiedo solo cosa dovremmo concluderne, alla luce del fatto che, come moltissimi sostengono, quei "Diari" sono probabilmente falsi.
In realtà, sottolinea Dell’Utri, «tali documentari sono figli di una storiografia di sinistra che ha una visione unilaterale del dittatore romagnolo. Da parte della sinistra e dei suoi storici c’è una prevenzione assoluta e un certo fanatismo nel rileggere la figura del Duce». Su questo punto, Dell’Utri potrebbe aver ragione. Specie quando fa notare come, nei documentari, Mussolini viene presentato come un personaggio ridicolo: «Un buffone, un dittatore-barzelletta». Al contrario, nei "Diari" in possesso del senatore - recentemente pubblicati da Bompiani - «egli appare come un uomo riflessivo, capace di introspezione, lucidamente critico. Un uomo dotato di grande saggezza, cultura ed equilibrio». Ecco: mi chiedo solo cosa dovremmo concluderne, alla luce del fatto che, come moltissimi sostengono, quei "Diari" sono probabilmente falsi.
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