Due francobolli

Due francobolli

Se non altro, dovremmo sentirci più giovani. Già perché, proprio ieri, il presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino ci ha detto che vent’anni non sono passati. Ripeto: non sono passati. E noi che eravamo tutti a celebrare i due decenni dell’inchiesta Mani Pulite, ovvero il terremoto giudiziario che spazzò via la Prima Repubblica (ora la smetto con i luoghi comuni, è una promessa)! Giampaolino ci ha detto che vent’anni passano per davvero quando le cose cambiano. Nel nostro caso, vent’anni sono trascorsi senza che nulla cambiasse: corrotti eravamo ai tempi del "mariuolo", corrotti siamo oggi ai tempi... beh, a voi la scelta.

L’Italia, secondo il presidente della Corte dei conti, è di fatto il Paese del malaffare, la penisola dove "tangente" è un concetto che esce dalla matematica per entrare nelle tasche. E il beneficiario della tangente non se ne vergogna, neppure si preoccupa di venir preso: in fondo, non ha fatto altro che partecipare al sistema. Potremmo descriverlo come la rotella di un ingranaggio: intascando una mazzetta non fa che assicurare il movimento del meccanismo, evitando di ostacolarlo e, in ultima analisi, di sabotarlo.

Ma se la corruzione è davvero così radicata, così parte di noi da essere un nostro tratto culturale, allora dovremmo avere il coraggio di sfruttarla fino in fondo. Anche nel turismo: i visitatori saranno lieti di spedire a casa cartoline con, sul fronte, una veduta del Colosseo e la scritta «Saluti dal Paese più corrotto del mondo» e, sul verso, lo spazio per due francobolli. Uno per le Poste, l’altro per il postino.

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