Due soldi di felicità

Due soldi di felicità

Se intendiamo rimettere in sesto il nostro povero mondo, bisognerà che mettere d’accordo i rappresentanti di diverse discipline i quali ancora non si preoccupano di inviarci messaggi contrastanti.

Facciamo il caso degli economisti, i quali ammoniscono sulla necessità di "garantire la crescita" cosa che, per logica, può avvenire solo con un aumento dei consumi. Dall’altro lato, ecco gli psicologi affermare che il modo migliore di spendere il denaro è non spenderlo affatto. Uno studio si è concentrato su come ricavare felicità dai soldi: evidentemente, il vecchio adagio sulla ricchezza che non porterebbe gioia è stato definitivamente sotterrato. Ebbene, secondo i ricercatori il denaro può renderci felici se non lo spendiamo. O meglio, se progettiamo di spenderlo e poi non lo facciamo: la procrastinazione di un acquisto, generando un frizzante sentimento di anticipazione, crea i presupposti della felicità.

Quel computer che avete visto in vetrina, quel bel paio di scarpe, quel maglione con le renne: comperateli solo con la mente, rinviate il momento in cui dovrete estrarre la carta di credito, posticipate il rito dello scontrino. Solo così, crogiolandovi nell’anticipazione di un possesso, godrete, come un esperto libertino, della gioia di una prossima conquista. Almeno fino a quando quel sapiente mix di bond greci e portoghesi che avete in banca, sciogliendosi come neve al sole, cancellerà l’acquisto, il sogno e, come diceva un vecchio, brutto film, quei due soldi di felicità.

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