E il mondo appresso

Ieri, a un mese circa dall’inizio della manifestazione, ho comprato il biglietto per Expo 2015. Due biglietti, per la precisione, perché sarebbe impensabile lasciare la moglie al cancello (in realtà, per qualche minuto è stata in discussione la possibilità che al cancello ci rimanessi io): dunque, il dado è tratto, la decisione presa, l’impegno sottoscritto. Anch’io, in qualche modo, faccio parte dell’“evento”.

Acquistare in anticipo il biglietto, ovvero prima che l’allestimento sia completato (il biglietto si compra sempre, in ogni caso, prima che l’evento accada) mi fa sentire, oltre che spettatore, un poco investitore. Se uno ci pensa, non è che investire in Expo 2015 sia poi così scontato. A leggere alcune informazioni riportate dai giornali uno poteva pensare, in alternativa, di bruciare in un posacenere qualche banconota e di avere le stesse possibilità di successo morale e finanziario. Poi però ho pensato che – scartate le bischerate retoriche lette ovunque sull’ottimismo, la fiducia, lo stellone e l’insopprimibile genio italico - quando si fa qualcosa bisogna crederci e qui, oggi, stiamo facendo questo: l’Expo. Troverei onesto dedicare un angolo del padiglione italiano anche a tutta l’inefficienza, la ridicolaggine e la risibile pomposità con cui la politica locale e nazionale ha gestito l’a faccenda ma il fatto che, come scritto nei giorni scorsi dai giornali, il padiglione stesso sarà forse completato in ritardo mi sembra dimostrazione sufficiente, ovvero splendida, involontaria epifania, di come, in parte, sono andate le cose.

L’altra parte, quella relativa all’Esposizione stessa e al suo tema - “Nutrire il pianeta, energia per la vita” -, mi auguro sia strepitosa e sono certo che lo sarà. Il fatto che spesso la usiamo male o non la usiamo affatto non significa che, da noi, ci sia poca intelligenza. Tutt’altro: le persone sorprendono spesso per capacità e perspicacia. La cosa strana è che spesso lo fanno senza preavviso, quasi per distrazione. Speriamo che l’Expo permetta soprattutto di esporre a noi stessi le nostre qualità. Il mondo verrà appresso.

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