E ora daccapo

Questo stato di grazia della politica italiana, incapace di formare un governo e di conseguenza impossibilitata a intraprendere azioni inconsulte come aumentare le tasse, finanziare le nozze delle figlie dei consiglieri regionali, concedere incarichi a Capezzoni e affini, non durerà a lungo. Prima o poi la flotta dei partiti uscirà dalle secche e riprenderà la navigazione. Su quale rotta, questo è tutto da vedere.

A molti sembrerà drammatico che l'Italia non sappia darsi una guida e sentiranno sul collo lo sguardo di disapprovazione degli osservatori internazionali, ma noi, qui, vorremmo sostenere che non tutte le paralisi istituzionali vengono per nuocere: creano non pochi contrattempi, certo, ma insegnano anche qualche cosa di utile. Intanto, che il problema non era (solo) la politica. Grazie alle performance dei nuovi arrivati in Parlamento, è ora chiaro che anche l'antipolitica è in grado di fare i suoi danni. Non tanto, crediamo, come diffuso e sacrosanto sentimento popolare di insofferenza verso il privilegio e l'inefficienza, quanto nella sua risultanza concreta, ovvero nella forma ultima della ribellione democratica: la scelta del “chiunque purché non quelli di prima”. Per farla semplice, abbiamo scoperto che il problema alla fine sono sia i politici sia gli antipolitici.

Di fronte a questo fatto non resta che trarre l'inevitabile conclusione: il problema siamo noi. Non sarà che questo Paese debba mettere da parte le sue divisioni, i progetti aleatori e le promesse interessate e ricominciare daccapo? Dove per daccapo si intende partire dalla rifondazione della cultura. Tornando a scuola, se necessario: imparando che cosa si intende con diritto e che cosa con dovere. Imparando che cosa significa Stato, convivenza, rispetto. Studiando i concetti fondamentali del ragionamento e del dialogo. Comprendendo finalmente come si fa davvero a votare, partecipare, capire, chiedere, concedere, sperare e perfino nascere. Altrimenti non resterà che fare l'unica cosa per la quale non servono lezioni: morire.

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