Lo so, lo so. E me lo rimprovero da solo. Ogni volta che c’è un’elezione faccio ricorso alle stesse, vecchie pagine di Charles Dickens, ovvero allo spirito ilare del “Circolo Pickwick”. Una debolezza e un’abitudine. Perfino una forma di pigrizia. Eppure, ancora non ho trovato migliore antidoto alla venefica retorica echeggiante nell’annuncio, solenne e sguaiato insieme, che “il popolo ha parlato”.
«Sembra dunque che gli abitanti di Eatanswill, come succede in molte altre piccole città, si considerino enormemente e straordinariamente importanti, e che ogni uomo di Eatanswill, conscio del valore che si attribuisce al suo esempio, si senta obbligato di aderire, anima e corpo, a uno dei due grandi partiti che dividono la cittadina: i Blu e i Bigi. Ora, i Blu non perdevano occasione per opporsi ai Bigi e i Bigi non perdevano occasione per opporsi ai Blu; e per conseguenza ogni volta che i Bigi e il Blu si incontravano in pubblica assemblea, in Comune, alla fiera, o al mercato, liti e parole grosse correvano tra loro.
«E’ quasi superfluo dire che, con questi dissensi, di ogni cosa a Eastanswill si faceva una questione di partito. Se i Bigi proponevano di rifare la tettoia della piazza del mercato, i Blu organizzavano comizi per denunciare il fatto; se i Blu proponevano di erigere un’altra fontana nella strada principale, i Bigi insorgevano come un sol uomo contro una simile enormità. C’erano negozi dei Blu e negozi dei Bigi, locande Blu e locande Bigie; c’era una navata Blu e una navata Bigia perfino in chiesa.
«Naturalmente era essenziale, indispensabile e necessario che ciascuno di questi potenti partiti avesse il suo portavoce ufficiale; e per conseguenza c’erano due giornali in città, “La Gazzetta di Eatanswill” e “L’Indipendente di Eatanswill”: la prima sostenitrice dei princìpi Blu, il secondo arroccato su posizioni decisamente Bigie. Bellissimi giornali entrambi».
Charles Dickens – Il Circolo Pickwick
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