Giornata gloriosa, quella di ieri, sotto il profilo atmosferico. Cielo blu, temperatura piacevole, gradiente di umidità perfetto.
Un clima del genere invoglia a socializzare e, che ci crediate o no, poche persone sono aperte alla socializzazione quanto la signora Malinpeggio. Ella, naturalmente, socializza alla sua maniera: senza slanci sentimentali.Tuttavia, è sempre ben informata e, nel caso qualcosa le sfugga, è disponibile ad ascoltare e a confrontarsi.
Ieri l’ho raggiunta sulla sua panchina e, dopo qualche convenevole circa il cielo tiepido e la temperatura blu, ho affrontato la questione che mi stava a cuore.
«Cara signora - ho detto - oggi ci godiamo questa bella giornata ma, in fondo, il nostro è un gesto egoista. La Terra sta per affrontare un cambiamento climatico straordinario e tocca a noi agire per frenarlo».
«E come?»
«Cambiando dieta».
«Prego?»
«Ho letto proprio oggi che un cambiamento delle nostre abitudini alimentari è fondamentale perché, di questo passo, tra trentacinque anni le emissioni di gas serra generate per produrre cibo aumenteranno dell’80% rappresentando da sole, se non superando, il target di emissioni globali fissato per il 2050».
«Continui».
«Con il progressivo incremento della popolazione mondiale, unito a un cambiamento dei gusti verso le diete occidentali ricche di carne, le rese agricole non riusciranno a soddisfare la domanda, rendendo necessario aumentare i terreni coltivati anche per produrre mangime. Le conseguenze saranno pesanti in termini di deforestazione e quindi di minor sequestro di CO2, e di maggiori emissioni di metano causate dall’aumento del bestiame allevato».
«Ho capito. E lei?»
«Io»?
«Pensa di fare qualcosa per limitare le sue emissioni? Entro il 2050, intendo».
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