Errata corrige

Errata corrige

Noi tutti abbiamo della nostra provenienza un concetto un poco deformato, se non proprio erroneo. Ci capita di definirci europei, oppure italiani. Altri, con orgoglio, ostentano la definizione «padani». Altri ancora abbracciano stretto il campanile: io sono milanese, io, invece, romano e così via. Dimentichiamo così un fatto fondamentale: siamo tutti abitanti della Terra. In realtà, non è che lo dimentichiamo: lo diamo per scontato. Agli effetti pratici, però, è la stessa cosa.
Eppure, così come ci piace conoscere qualcosa a proposito della città in cui siamo nati (se è stata fondata dai Romani, per esempio, o se nel Medio Evo era un centro di particolare importanza), così dovrebbe essere naturale mostrare interesse per le origini del nostro pianeta. Purtroppo non è così, altrimenti non sarebbe passata inosservata una notizia scientifica pubblicata qualche giorno fa. In essa, si annunciava che gli scienziati hanno apportato una correzione all’età della Terra: pensavano avesse 4,567 miliardi di anni, in realtà potrebbe averne 100 milioni in meno. In altre parole, il processo di solidificazione del pianeta, dal momento della formazione del Sistema solare, potrebbe aver richiesto 100 milioni di anni in più. Il fatto è che si tratta di un tempo troppo spaventosamente dilatato per far presa sul nostro povero intelletto, impegnato a lottare con le banalità quotidiane. Si comprenderà meglio il concetto, allora, spiegando che in 100 milioni di anni si possono disputare 25 milioni di campionati del mondo di calcio, offrendo perfino a Cassano qualche speranza in più di essere convocato.

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