Etologo dilettante

Ieri, aspettando il treno - attesa che, a queste latitudini, può essere infinita - ho avuto modo di osservare con occhio da etologo dilettante un gruppo di adolescenti sulla banchina opposta alla mia. Riferisco i loro comportamenti con una prosa che, spero, possa fare onore alla memoria di Konrad Lorenz.

Fin dai primi istanti il gruppo ha manifestato una certa irrequietezza, un’agitazione interna piuttosto che proiettata al mondo circostante il quale, peraltro, veniva ignorato al punto da far sospettare non ci fosse consapevolezza della sua esistenza. Tale dinamica si esprimeva in decisi spintoni, inferti con l’accompagnamento di grugniti e irrefrenabili risatine.

Tutto ciò è continuato fino a quando un soggetto si è staccato del gruppo per posizionarsi sulla banchina opposta, la stessa sulla quale si era sistemato l’Osservatore (il sottoscritto). Tra il gruppo e il soggetto singolo è incorsa a questo punto una curiosa competizione a sputarsi l’un l’altro attraverso i binari. Le insufficienti gittate della saliva impedivano alle due parti di cogliere il bersaglio, ma ciò non mancava di suscitare eccitazione e, a giudicare dalla frequenza delle risate, divertimento. La concitazione è perfino aumentata allorquando il soggetto singolo, manovrando un ombrello tascabile come una mazza da baseball, proiettava involontariamente la parte superiore di detto ombrello sulla banchina opposta, colpendo al volto un membro del branco il quale, tosto, rilanciava l’oggetto non prima, però, di averci sputato sopra.

Ciò provocava nelle due parti un orgasmo definitivo: tra urla e balzi, vari soggetti si calavano sui binari onde raccogliere sassi da scagliarsi a vicenda, provocando così, con l’impatto delle pietre sui crani, un caratteristico suono cavo che bene si adattava a far da colonna sonora alla scena.

Nell’Osservatore ristagnava invece il malinconico riconoscimento di quanto sia necessario essere giovani per dimostrarsi impunemente amabili e stupidi allo stesso tempo.

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