Exit poll e croissant

Ho votato ieri mattina. Lo so, non vi interessa. Ma il punto è un altro: ho votato ieri mattina prima di colazione. Ora, l'espressione "prima di colazione" potrebbe trarvi in inganno e farvi pensare che io sia mattiniero. Non è così, quando è "prima di colazione" per me, per le galline la sveglia è suonata da un pezzo e non poche di loro hanno già impostato l'uovo di giornata.

Vedo che ancora non vi interessa. Mettiamola così: se vi dico che ho votato prima di colazione una ragione c'è. Ed è questa: votando prima di colazione, al ritorno dal seggio sono passato da un certo negozietto che produce croissant in grado, con il solo profumo, di elevare l'animo umano a livelli mai toccati. Nel negozietto - e qui sta il punto - ho incontrato la signora Malinpeggio.

Dopo un cordiale scambio di saluti, ho voluto indagare: «Ha già votato, signora?» «Come "già"?" ha replicato lei con tono risentito: «Si capisce che ho votato. Ieri mattina, ho votato». «Io, invece, solo oggi: sono giusto di ritorno dal seggio». «Interessante. Per quanto mi riguarda, considero il votare di lunedì una grave mancanza di carattere, poi veda lei».

Non ho voluto impegnarmi in una conversazione sul deficit caratteriale dei votatori del lunedì perché un'altra circostanza curiosa si stava presentando alla mia attenzione: la signora era sì presente nel negozio, ma non in qualità di cliente. Rintanata in un angolo, si limitava a fissare con i suoi occhi duri gli avventori che andavano e venivano.

«Signora» ho chiesto, «che cosa sta facendo?» «Non vede? Conduco un exit poll». «Davvero? Ma non le ho sentito chiedere a nessuno per chi ha votato». La signora ha scosso la testa: «Non ne ho bisogno. Glielo leggo in faccia». A questo punto, credo comprenderete il mio stupore: «Ne è sicura?» ho indagato. «Al cento per cento». «E come sta andando?» Vorrei potervi descrivere la faccia che ha fatto la signora Malinpeggio ma non ci riesco. Ho una scusa: neanche Dante, credo, ce la farebbe.

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