Facce

Facce

Sarà che la mia memoria non è gran cosa, ma non ricordo l'ultima volta che qualcuno mi ha prestato uno yacht. Un momento: forse per questa defaillance mnemonica c'è una spiegazione diversa dal decadimento cerebrale. Può darsi che non me ne ricordi perché nessuno lo ha mai fatto.

Altrettanto non si può dire per il presidente di una non meglio identificata Regione del Nord Italia sul cui capoluogo svetta una Madonnina dorata. Al di là della questione se farsi prestare uno yacht sia illegale o no e perfino prima del dubbio se sia opportuno o meno, la reazione di chi legge queste notizie è di straniamento: “Che cosa ho in comune io con gente cui vengono prestati gli yacht?” Niente, con ogni probabilità. Ecco perché la politica veleggia, tanto per restare in ambiente nautico, ben lontana dalle coste della quotidianità, quelle popolate dalla gente comune. Ed ecco perché tanto successo ha avuto il Movimento di Beppe Grillo: perché è un agglomerato di persone senza faccia, certamente senza faccia da yacht.

La politica tradizionale, invece, ha ormai un eccesso di “faccia”: è popolata da fisionomie per troppo tempo replicate nei giornali e dalle televisioni, sfruttate perfino, se non soprattutto, nei rotocalchi “rosa”. Facce da giornali, facce da Vip, facce da yacht. Fatta eccezione per il leader, gli uomini di Grillo presentano sul volto il pallore di chi mai si è fatto l'abbronzatura sotto i flash e i riflettori. Queste non-facce, paradossalmente, sono più riconoscibili e rassicuranti delle facce “speciali” riprodotte dai media.

Certo, le non-facce non resteranno per sempre tali. Diventeranno, anche loro, facce da giornali, facce da tv e, nel momento in cui avranno il potere di assegnare un appalto, o una nomina, o una lucrosa commessa, qualcuno offrirà loro in prestito uno yacht. Sarà quello il momento in cui scopriremo se saranno in grado di stare a galla.

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