“Épater le bourgeois” dicevano un tempo certi poeti francesi nella loro decadenza. «Sbalordire il borghese» era lo slogan di un’élite geniale, dedita all’impresa di scuotere i benpensanti dal loro torpore morale. Per farlo, nulla di meglio della provocazione e provocanti, di conseguenza, erano le loro parole, le loro opere, i loro gesti.
Che cosa resta, oggi, di quell’esempio? Chi, ai tempi nostri, «sbalordisce il borghese» con altrettanta efficacia di un Baudelaire? Facilissimo: Josè Mourinho. Ne ha dato un esempio l’altra sera, l’allenatore del Real Madrid, aspettando l’arbitro nel garage dello stadio di Barcellona, per poi apostrofarlo seccamente: «Artista, ci hai fregato».
Non che sia la fine del mondo ma, come già gli è capitato in passato, Mourinho si spinge precisamente fino al limite di trasgressione capace di catalizzare l’interesse. Se ne fosse andato a casa, sarebbe stato un titolo in meno nel giornale; se avesse preso a pugni l’arbitro, sarebbe passato in carico alla categoria dei delinquenti. Facendo quello che ha fatto, è diventato un argomento di conversazione: uno «sbalordimento» forte abbastanza da farsi notare ma non violento al punto da diventare intollerabile.
Chi padroneggia la tecnica di stuzzicare al punto giusto, senza esagerare e ma anche senza intimidirsi, i confini delle regole ottiene oggi l’attenzione del mondo. Ci si chiede se è un talento da geni. Più probabilmente, da fantasiosi equilibristi
Che cosa resta, oggi, di quell’esempio? Chi, ai tempi nostri, «sbalordisce il borghese» con altrettanta efficacia di un Baudelaire? Facilissimo: Josè Mourinho. Ne ha dato un esempio l’altra sera, l’allenatore del Real Madrid, aspettando l’arbitro nel garage dello stadio di Barcellona, per poi apostrofarlo seccamente: «Artista, ci hai fregato».
Non che sia la fine del mondo ma, come già gli è capitato in passato, Mourinho si spinge precisamente fino al limite di trasgressione capace di catalizzare l’interesse. Se ne fosse andato a casa, sarebbe stato un titolo in meno nel giornale; se avesse preso a pugni l’arbitro, sarebbe passato in carico alla categoria dei delinquenti. Facendo quello che ha fatto, è diventato un argomento di conversazione: uno «sbalordimento» forte abbastanza da farsi notare ma non violento al punto da diventare intollerabile.
Chi padroneggia la tecnica di stuzzicare al punto giusto, senza esagerare e ma anche senza intimidirsi, i confini delle regole ottiene oggi l’attenzione del mondo. Ci si chiede se è un talento da geni. Più probabilmente, da fantasiosi equilibristi
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