Felice e contuso

Felice e contuso

Ah, cari, vecchi luoghi comuni! Troppo spesso vi consideriamo con sufficienza e sommessa irritazione. Troppo spesso, al vostro suono, annuiamo senza metterci il cuore, come si fa per acquietare quelle persone un po’ svanite che, senza accorgersene, finiscono per ripetere sempre le stesse cose. E invece dovremmo pentirci di tanta affettazione e rivedere al più presto il nostro atteggiamento. Il fatto è che, con sempre maggiore frequenza, la scienza riporta in vita anche i più triti tra i proverbi, restituendo alla saggezza popolare uno smalto perduto da tempo.
Prendiamo questo detto: «Non tutto il male viene per nuocere». Pietosa bugia? Debole sforzo consolatorio? Niente affatto: verità scientifica. Lo attesta uno studio grazie al quale è stato possibile dimostrare che le persone vittime di gravi lesioni alla testa godono di un «più alto grado di soddisfazione» nella vita rispetto a coloro i quali, scioccamente, si adoperano per mantenere la materia grigia al riparo da traumi: «Un forte senso di identità, la percezione di sé come sopravvissuti, un vasto sostegno sociale e la costante attenzione di amici e familiari contribuiscono a questo aumentato senso di soddisfazione personale».
Come si vede, dunque, è vero che non tutto il male viene per nuocere, nemmeno quello - credo intenso - prodotto da una martellata assestata nei lobi frontali. Certo, questo fenomeno spiega molta dell’euforia che ancora capita di vedere in giro. Laddove fallì il benessere, benedetto fu il trauma cranico.

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