Figli, no

Figli, no

C’è gente, in questo Paese, sempre pronta a strillare sui pericoli che corre la democrazia, sulle ingerenze del governo, sui deragliamenti del premier e sui suoi presunti conflitti di interesse. Non si rendono conto, costoro, che in altre nazioni le cose vanno molto peggio.
Prendiamo il Tagikistan, un tempo Repubblica Socialista Sovietica del Tagikistan, ora semplicemente Repubblica ma non per questo terra di particolari garanzie individuali. Non pochi tagikistani hanno sospettato una sfumatura di nepotismo quando, qualche giorno fa, Zarina, la figlia sedicenne del presidente Emomali Rahmonov, è comparsa su uno dei tre canali televisivi di Stato in qualità di "anchorwoman". Zarina, è stato pazientemente spiegato al Paese, necessitava di un lavoretto estivo e si è pensato di impiegarla in tv: tutto qui, cosa andate a malignare voi dannati sudditi, pardon cittadini.
Purtroppo, agli occhi di un osservatore internazionale, il fatto che la principale fonte di notizie (il presidente) e chi dà le notizie (la giornalista) siano rispettivamente padre e figlia non fa una buona impressione. Qualcuno potrebbe pensare che, in Tagikistan, le cose si decidano in famiglia, tra salotto e bagno, tra cucina e disimpegno. Il che, ammetterete, non è proprio un modello democratico. Per fortuna, da noi, nulla di tutto ciò accade: il premier non ha figli disseminati nei telegiornali. Ha i telegiornali, ma questa è un’altra storia. Figli in redazione, nessuno. Figliocci, magari. Figli, no.

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