Fronti instabili

"Per Pasquetta - scrive con giustificata prudenza il sito meteo.it - ci sono buone probabilità per un ritorno del sole in gran parte del Centronord, mentre la coda della perturbazione interesserà con una nuvolosità irregolare il settore adriatico dalle basse Marche alla Puglia, il Sud e la Sicilia con residui fenomeni che entro il pomeriggio potranno interessare in forma locale solo il Salento".

Come si vede - anzi, si legge - la prosa è trattenuta, possibilista. Il sole è soltanto una «buona probabilità», la nuvolosità non è esclusa ma si presenta in forma irregolare, in qualità di «residui fenomeni» che - ed ecco spuntare un cauto condizionale - «potrebbero» anche farsi vivi. Il sito dell’Aeronautica abbandona il nitore imposto dalla disciplina militare per concedersi vaghezze del tutto borghesi: «Ancora un po’ di nubi sulla parte occidentale di Piemonte e Liguria». Meglio non sbilanciarsi su quante nubi ci saranno: «un po’» è l’espressione che copre tutte le contingenze.

Pasqua è festa proprio per tutti, tranne che per chi fa le previsioni del tempo. Ancor più che durante i rigori dell’inverno, quando la neve non anticipata dai meteorologi inferocisce legioni di viaggiatori allo sbando, i bollettini pasquali devono fare i conti con le perturbazioni nell’animo umano. Un conto è rimanere bloccati con l’automobile in un’anonima serata di gennaio; un altro partire per la gita e ritrovarsi sotto un fitto temporale o, peggio, rinunciare all’uscita per poi assistere al glorioso spettacolo del sole e della primavera da una finestra dell’appartamento.

La gente è disposta a tollerare imprecisioni sul dovere ma non transige sul piacere: se il meteorologo intende sostenere che quella di Pasquetta sarà una bella giornata, farà bene a esserne sicuro. Ecco perché, sapendolo, egli tiene aperta ogni porta: spera nel sole, non esclude la pioggia, auspica il cielo azzurro, avvisa che quello nuvoloso potrebbe non mancare. Nello stesso spirito sensibile, ma realista, vi porgo i miei auguri. Sperano caldamente nel bello stabile, incoraggiano a sostenere i fronti instabili.

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