Seguo il dibattito sull'accorpamento delle province con interesse scientifico. Sembra infatti di assistere a un esperimento genetico, alla creazione di una nuova razza umana: un varesino incastrato con un lecchese, per esempio; oppure un prototipo di homo sapiens con tre parti di comasco e una di monzese, o viceversa. A giudicare dalla temperatura dei commenti, si direbbe che il solo fatto di ipotizzare certi scavalcamenti di confine rischi di generare abominevoli mostruosità biologiche.
Mi astengo da qualunque presa di posizione ma, restando nel binario scientifico, vorrei far notare un curioso fenomeno fisico: più ci si allontana dal proprio luogo di nascita/residenza, più vaga diventa l'etichetta di provenienza. Nella propria città, conta addirittura il quartiere: “del centro” non è lo stesso che “della periferia” e le due indicazioni vibrano di separati contenuti sociali, storici ed economici. Pochi chilometri in là e già si diventa, più genericamente, portatori di provincia: “valtellinesi”, “bergamaschi”, eccetera. Ancora qualche chilometro ed eccoci “settentrionali” o “meridionali”. All'estero, infine, si perdono confini amministrativi interni e riferimenti geografici per diventare, tout court, “italiani”.
Suppongo che se fosse possibile viaggiare oltre, su Marte e Giove dovremmo presentarci come “terrestri”, mentre, superati i confini del nostro sistema stella-pianeti, dovremmo dirci “solari” o “provenienti dal Sole”. Ancora più in là saremmo “abitanti della Via Lattea”, o “vialatticesi”, e così via. A questo proposito, pur continuando ad astenermi sul tema dell'accorpamento delle province, vi comunico che, a livello galattico, si parla di una fusione tra Via Lattea e Andromeda: in quanto “vialatticese” nato e cresciuto, la cosa, personalmente, mi dà molto fastidio.
Mi astengo da qualunque presa di posizione ma, restando nel binario scientifico, vorrei far notare un curioso fenomeno fisico: più ci si allontana dal proprio luogo di nascita/residenza, più vaga diventa l'etichetta di provenienza. Nella propria città, conta addirittura il quartiere: “del centro” non è lo stesso che “della periferia” e le due indicazioni vibrano di separati contenuti sociali, storici ed economici. Pochi chilometri in là e già si diventa, più genericamente, portatori di provincia: “valtellinesi”, “bergamaschi”, eccetera. Ancora qualche chilometro ed eccoci “settentrionali” o “meridionali”. All'estero, infine, si perdono confini amministrativi interni e riferimenti geografici per diventare, tout court, “italiani”.
Suppongo che se fosse possibile viaggiare oltre, su Marte e Giove dovremmo presentarci come “terrestri”, mentre, superati i confini del nostro sistema stella-pianeti, dovremmo dirci “solari” o “provenienti dal Sole”. Ancora più in là saremmo “abitanti della Via Lattea”, o “vialatticesi”, e così via. A questo proposito, pur continuando ad astenermi sul tema dell'accorpamento delle province, vi comunico che, a livello galattico, si parla di una fusione tra Via Lattea e Andromeda: in quanto “vialatticese” nato e cresciuto, la cosa, personalmente, mi dà molto fastidio.
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