Futuro e piccone

Allegri ragazzi (e naturalmente ragazze): quando tutto sembra buio e le prospettive si schiantano contro un muro, ecco l'inaspettato che si fa strada. Esso - l'inaspettato intendo - è parte fondamentale e spesso risolutiva dell'esperienza umana, tanto è vero che dovremmo incominciare ad aspettarcelo.

Ma non divaghiamo. Se dico che le nostre prospettive sono illuminate dall'inaspettato è perché non mi sarei mai immaginato l'attività che, a quanto pare, molti di noi saranno chiamati a svolgere in un futuro piuttosto prossimo. Più che un'attività, un mestiere tra i più duri e temuti: il minatore. Nessuno pensi a Giovanni Verga, Emile Zola o Richard Llewellyn: quei minatori - e quelle miniere - sono antichità. Noi diventeremo minatori moderni: minatori spaziali.

Non è uno scherzo: c'è chi sta seriamente considerando di andare a scavare nello spazio. Non nello spazio vuoto, si capisce, ma negli asterodi, oggetti spaziali piuttosto vicini alla Terra - in termini relativi - e ricchissimi di elementi e sostanze preziose come platino e acqua. Sul valore del platino c'è poco da discutere, su quello dell'acqua qualche chiarimento va fatto. Mentre sulla Terra la cara H2O è (relativamente) comune e poco costosa, nello spazio è preziosa e rara quanto e più dell'oro o di un congiuntivo nella famiglia Casamonica. Eppure, immaginando una futura, possibilissima, conquista dello spazio l'acqua sarà indispensabile e a meno di portarsela da casa - trasporto però costosissimo - bisognerà reperirla lassù.

Insomma, c'è fermento tra gli asteroidi. È stato calcolato che anche in uno solo tra essi c'è un valore commerciale pari al Pil di Paesi come l'Italia o la Gran Bretagna. È chiaro che qualcuno voglia metterci le mani sopra, anche se non si capisce bene come farà e soprattutto, se ha il diritto, in termini di proprietà legale, per farlo. Staremo a vedere: intanto prepariamo lanterna e piccone. E coraggio: lo abbiamo sempre saputo che il futuro ci avrebbe piegato la schiena.

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