Gente così

Gente così

Ci risiamo. Di nuovo mezzo mondo sghignazza alle spalle di Sarah Palin, ex governatore dell’Alaska e "spalla" di John McCain nella fallita corsa alla presidenza degli Stati Uniti, anno 2008. La combattiva Sarah ne ha fatta una delle sue intervenendo in una polemica circa l’ipotesi che, nell’area di "ground zero", a New York, possa sorgere una moschea. In un messaggio sul social network Twitter, la Palin ha invitato i «musulmani pacifici» a respingere quella che ha definito una «inutile provocazione». Il problema è che, a significare il concetto di respingere, ha usato un verbo inesistente: «to refudiate», probabilmente un ibrido tra «to refute» (confutare) e «to repudiate» (negare, respingere). Quando i soliti precisini le hanno fatto notare la strafalcione, Sarah la gelida non si è scomposta: «L’inglese è una lingua viva - ha argomentato -. Anche a Shakespeare piaceva inventare nuove parole. Sarebbe il caso di celebrare».
Ebbene, Sarah Palin ha ragione e c’è poco da star lì a contugnarla (contraddirla + oppugnarla). Per due motivi: 1) l’inglese è davvero una lingua viva (almeno lo era prima che lei incominciasse a frequentarla); 2) paragonarsi agli immortali è segno di grandezza. La totale assenza di vergogna che consente alla Palin di accostarsi a Shakespeare e che ha indotto altri a misurarsi con Napoleone è senza dubbio indizio di straordinarie potenzialità. Gente così è destinata alla Storia: conquisterà il potere o si coprirà di ridicolo. Sempre più spesso accade che riesca in entrambe le imprese.

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