Gente in strada

Ho una vaghissima impressione: questa faccenda della nuova legge elettorale non sta suscitando gli entusiasmi che, visto lo spazio assegnatole, politica e media andrebbero sperando. Sembrerà incredibile, ma riesce a far discutere di più una punizione di Balotelli che lo sbarramento al cinque per cento e, in fatto di cose “alla francese”, si pensa più a quanto Hollande combinava sotto le lenzuola che nella cabina elettorale. Insomma, se proprio vogliono appassionarci al dibattito sulla legge elettorale evitando che noialtri, da ingrati quali siamo, si pensi sarebbe loro dovere fornirci senza fare tante moine di un meccanismo attraverso il quale esprimere decentemente la nostra rappresentanza, allora sarà meglio che Pd, Forza Italia, Nuovo centrodestra e chiunque sia interessato a partecipare all’operazione metta in campo qualche rinnovata strategia di marketing.

Quando si presenta il “nuovo”, infatti, bisognerebbe tenere a mente che si ha un vantaggio:esso, il “nuovo”, piace molto, eccita e perfino crea desiderio. Occorre però venderlo come tale. In questo, nulla batte le presentazioni che, negli anni più recenti, Apple ha fatto dei suoi prodotti. Ecco perché non è pensabile chiamare la legge “Italicum”: un nome che, francamente, evoca tragedie più che sorti progressive. “Voto 2.0”: ecco un nome già più decente. Immagino una presentazione hi-tech: un palco enorme ma minimalista e Renzi che, in girocollo nera, si para davanti a uno schermo gigante: «La nuova legge elettorale è dotata di fotocamera ad alta definizione per immortalare deputati sorridenti al seggio, connessione wi-fi per trasmettere il voto e confermare il broglio, schermo-touch in diretto contatto con la tasca del contribuente. Disponibile in tre colori: bianco, rosso e verde».


Così si fa: il giorno dopo ci sarebbero le code davanti ai seggi. Gente che dorme in strada per essere il primo a votare. Non vedete la differenza? Adesso abbiamo gente che dorme in strada e basta.

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