Molti, per dimagrire, si accaniscono su se stessi con diete e palestre quando, sembrerà strano, ciò di cui hanno bisogno è una macchina del tempo. Basterebbe infatti tornare negli anni ’80 per riscontrare all’istante una significativa riduzione di peso. Senza contare i benefici collaterali: la musica di The Style Council, i cartoni animati di Goldrake, la tv di Arbore, la pubblicità del tartufon.
Ma, come detto, soprattutto qualche chilo in meno e senza sforzo alcuno. Lo dice una ricerca americana: la stessa persona, della stessa età, che osservi la stessa dieta e pratichi lo stesso programma di esercizi pesa di più nel 2015 di quanto avrebbe pesato nel 1985. Ho scritto giusto: stessa persona, stessa età, stessi esercizi, stessa dieta.
Come è possibile? C’è qualcosa nell’aria del 2015 che fa ingrassare? Oppure è colpa delle scie chimiche, della Cia, del Jobs Act o delle vaccinazioni? Per quanto misterioso possa apparire il paradosso, i ricercatori hanno una spiegazione. Anzi, più di una.
Prima di tutto i consumatori - perché tutti diventiamo tali in queste circostanze - sono oggi esposti a prodotti chimici che trent’anni fa erano sconosciuti: pesticidi e conservanti largamente impiegati nell’industria alimentare. Sostanze che potrebbero aver alterato i processi ormonali, rendendo il grasso più facile da accumulare e più difficile da smaltire. Seconda causa, i medicinali. Rispetto agli anni Settanta e Ottanta l’uso di farmaci è aumentato in maniera drammatica: altre sostanze chimiche con possibili effetti “destabilizzanti”.
Insomma, per pesare come nel 1985, oggi dobbiamo mangiare di meno ed esercitarci di più. Può sembrare una beffa, forse sarà un occasione per temprare il carattere in vista di un futuro che, se non difficile, certo si annuncia pesante.
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