Gli indignati

Gli indignati

La vicenda di Sarah Scazzi e soprattutto il suo risvolto “mediatico” (la madre informata in diretta tv del ritrovamento del cadavere) hanno letteralmente fatto il giro del mondo. Il volto attonito di Concetta Serrano davanti alle telecamere appare, in ripetuti fermo-immagine, nei principali siti d'informazione europei, americani, indiani e cinesi. I titoli a effetto si ripetono, aderendo a un'implacabile logica giornalistica: fa notizia, prima di tutto, quanto è inaudito. La morte di una ragazza per mano dello zio non lo è, la sventura comunicata in diretta alla madre sì. Quindi, è su questo aspetto che i media si concentrano e tutti – dall'Alaska a Sydney – aprono ai lettori la possibilità di inviare commenti.
Anche in questo, il mondo si fa paese: non c'è lettore che non manifesti disgusto e indignazione per il ruolo invadente della tv, per la sua oscena ricerca di sensazionalismo: “Nient'altro che pornografia” scrive un utente del sito Huffington Post. Un altro incalza: “La tv insegna soltanto a mentire, a tradire, a coltivare avarizia e avidità, nonché lassismo morale”. Un signore incolpa Berlusconi: “Il magnate italiano della tv ha molto di cui farsi perdonare”. Altri se la prendono con il sito: “Troviamo offensivo che abbiate dato spazio a questa storia”. Infine, c'è chi pone una domanda: “Perché qualcuno dovrebbe essere interessato a guardare cose del genere?” A questo sappiamo rispondere: per la stessa, precisa ragione per cui qualcuno è interessato a commentarle.

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