Gli invidiosi

Gli invidiosi

Certo che questi francesi son proprio fatti a modo loro. Leggete qui: «PARIGI - È tutta colpa di Carlà, lei è troppo bella, e i francesi sono invidiosi: sarebbe questo il motivo, secondo il presidente francese Nicolas Sarkozy, della sua impopolarità nei sondaggi. Lo scrive il settimanale Le Nouvel Observateur, per il quale Sarkozy avrebbe detto: "Ho un superlavoro, una moglie bellissima, allora è ovvio che i francesi vogliono farmela pagare"».
Ma, secondo voi, può essere vero? La popolarità - e soprattutto l’impopolarità - di un leader dipendono dall’invidia che il "popolo" prova nei suoi confronti? Dicevamo dei francesi ma, a ben guardare, la faccenda è universale. Anche da noi qualche politico - non ultimo Silvio Berlusconi - ha dismesso gli attacchi portati nei suoi confronti come una faccenda di gelosia: «Questa sinistra meschina e invidiosa...»
Io non credo sia così. L’invidia è un sentimento a breve gittata. Si invidia, di solito, ciò che ricade in un raggio d’azione limitato: il compagno di scuola che ha fatto fortuna, il collega che (immeritatamente, scondo noi) passa di promozione in promozione, l’amico al quale riesce facile ammaliare le belle ragazze.
Invidiare Berlusconi e Sarkozy è uno sforzo al di fuori della mia portata. Arrivo a dirvi che, il più delle volte, mi ritrovo a ringraziare il cielo di non essere come loro.

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