Gollum

Gollum

I telegiornali dicevano «Luciano Mario Sardelli» e io pensavo: «Gollum».

Per la stampa, mobilitata ieri intorno al voto di fiducia, Luciano Mario Sardelli era un oscuro parlamentare pugliese diventato improvvisamente importante perché, con la minaccia di sottrarre il suo voto, poteva in ultima analisi segnare la fine del governo Berlusconi, ovvero della vita così come la conosciamo sul pianeta Terra. Per questa ragione, i giornalisti continuavano a ripetere: «Luciano Mario Sardelli». Ma io pensavo: «Gollum».

Chiunque abbia intrapreso la lettura del "Signore degli Anelli", o si sia accontentato di una delle trasposizioni cinematografiche (ultima, quella kolossal di Peter Jackson), saprà che Gollum è un personaggio del tutto particolare. Quasi informe, reduce dal più oscuro dei passati, è preda di un’esclusiva ossessione per l’Anello. Un microbo, se paragonato ai grandi eroi della storia di Tolkien; un reietto se si confrontano i suoi tanti vizi con le infinite virtù dei succitati eroi. Eppure il suo ruolo, nell’economia della storia, si rivela di estrema importanza: è la sua caduta, quasi accidentale, nel cratere del monte Fato a provocare la distruzione dell’Anello e a decidere l’esito della guerra. Con ciò, Tolkien ci ricorda che anche le creature oscure, apparentemente incomplete e forse miopi, lavorano perché il disegno del cosmo vada infine a compimento.

Per questo, durante il voto, pensavo: «Gollum». Sbagliavo: era Luciano Mario Sardelli.

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