Grandi temi

Grandi temi

Potreste aver pensato, da quanto ho scritto in questi giorni, che la mia fiducia nella politica sia scarsa se non proprio inesistente. Non è così, e posso provarlo. Certo, di fronte agli scontri, agli insulti, alle minacce e agli scilipoti, ho avuto modo di far dell’ironia, ma la fede nel sistema politico italiano rimane intatta.
Lo dimostra il fatto che, ieri, alla parola d’ordine del dopo-fiducia sono scattato come un sol uomo (sarebbe stato difficile far diversamente). Se non ci aveste fatto caso, l’imperativo categorico è questo: «Ora che il governo ha ottenuto la fiducia, si torni a parlare dei grandi temi». L’accento va, ovviamente, sui «grandi temi». Per questa ragione, ieri mattina dal panettiere, dopo aver scambiato del denaro per gustose pagnotte, ho atteso pazientemente che la commessa mi impegnasse in una conversazione sui «grandi temi». Nulla: consegnatomi il resto, la giovane è passata a discutere di pane arabo con un altro cliente. Ora: è vero che nella definizione "pane arabo" riecheggiano temi come l’immigrazione e la globalizzazione ma i due, commessa e cliente, non sembravano affatto interessati ad approfondirli. Più tardi, sul treno, nel porgere il biglietto al controllore ho invano sperato che, svolto il suo compito, si concedesse a un dibattito sui «grandi temi». Sono rimasto deluso.
Da queste esperienze ho tratto un avvertimento per i politici: guardate che, se davvero avete intenzione di parlare dei «grandi temi», in giro non mi pare sia rimasta troppa gente disposta a discuterne con voi.

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