È vero che in questa rubrica mi capita molto spesso di lamentarmi di questo e quello e di filosofeggiare, con estrema presunzione, sulle cose come vanno e come invece, secondo me, dovrebbero andare.
Anche se non sembra, a volte mi sono trattenuto perché va bene avere delle opinioni, va bene anche far sfoggio di idee ma, di tanto in tanto, un esame di coscienza è utile e se la legge non prevede un limite di fesserie pro capite al giorno, questo non significa che la persona per bene non possa darsi una regolata.
Detto ciò, l’impressione che le cose, in questo mondo, vadano esattamente al contrario di come dovrebbero andare è così forte che a volte risulta difficile far finta di niente. Figurarsi cosa può succedere quando qualcosa, un dato oggettivo o l’opinione di un terzo qualificato, viene a darci ragione.
È il caso dei risultati di una ricerca condotta sulle reazioni neurologiche ai videogiochi. Strappati di mano gli infernali aggeggi a figli e nipotini, i ricercatori li hanno affidati a persone ben più adulte, addirittura anziane, in modo da coprire una fascia di età tra i 60 e gli 85 anni. Si sono concentrati in particolare su un gioco chiamato “NeuroRacer”: un simulatore di guida sportiva. Il risultato è stato sorprendente. Non solo le persone impegnate nel gioco hanno mostrato che, tanto quanto i giovani, diventavano più abili con la pratica: notevoli miglioramenti sono stati registrati in attività mentali relative all’apprendimento e alla memoria.
Ditemi voi se non è una conferma che il mondo va alla rovescia: i giovani, invece di essere là fuori a cambiare il mondo e a spingerlo avanti, stanno a casa con i videogame; gli anziani, che dai videogiochi trarrebbero giovamento, guardano ai computer come fossero esseri appena sbarcati da Marte. Chi lo sa, magari, un poco alla volta, riusciremo a coinvolgere la terza età nel mondo virtuale dal quale, così pare, ha tanto da guadagnare in fatto di salute della mente. In questo modo, l’espressione tipica dei videogiochi “guadagnare vite” assumerebbe tutto un altro significato.
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