Ora che il lemma “spoiler” è entrato ufficialmente nelle nostre vite, grazie allo scherzo di “Striscia la notizia” a Sky (rivelazione anticipata del vincitore di “Masterchef”), possiamo concludere che abbiamo una parola inutile in più da tenere a mente e una nuova guerra in corso di cui valutare le conseguenze.
La guerra cui mi riferisco non è televisiva, non riguarda soltanto i manager delle piattaforme satellitari o digitali e i loro finanziatori. La mossa di “Striscia” ha aperto una guerra civile che da tempo strisciava nel Paese. In quanto guerra civile, essa oppone fratelli che si trovano a guardare alla vita da prospettive opposte. Abbiamo avuto guelfi e ghibellini, piemontesi e borboni, fascisti e comunisti, juventini e interisti: oggi abbiamo Sky contro Premium.
Le differenze antropologiche tra i due fronti sono oggettivamente incolmabili. Nello “schieramento Sky” si colloca chi ha pretese intellettuali, snobba la tv dursiana e baliviana (da D’Urso e Balivo), ama le serie tv straniere e aborrisce quelle nostrane, da don Matteo a don Montalbano, fino a don Un medico in famiglia. Lo “Schieramento Premium” unisce invece chi si riconosce nello stendardo nazional-popolare, vorrebbe il profilo di Baudo sulla moneta corrente e, naturalmente, guarda con sospetto qualsiasi cosa faccia rima con cultura, anche perché non riesce a pensare a nessun termine con questa caratteristica.
Il conflitto, come dicevo, parrebbe insanabile, proprio perché profondo e antico. A questo punto, anziché cercare un improbabile compromesso propongo che, almeno, ci si sforzi di trarre dal conflitto delle occasioni di svago. Sky e Premium producano insieme una serie storica su “Guelfi e ghibellini”: scrivano e girino un episodio a testa, in perfetta alternanza, nello stile delle rispettive case e senza risparmiare colpi bassi alla concorrenza. A noi non resterebbe che fare il tifo, denigrare l’avversario e preparare tarallucci e vino per il gran finale. In altre parole, le cose che sappiamo fare meglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA