Ieri ho comprato il biglietto al distributore automatico di una stazione ferroviaria. Vedete quanto sono eccitanti le mie giornate? Ma non è di questo che ho intenzione di parlarvi.
Piuttosto, vorrei raccontarvi della mia sorpresa quando il biglietto è andato a inserirsi alla perfezione in una delle tasche interne del portafoglio. Aggiungo che, in altre tasche, già avevano trovato calzante alloggio una carta di credito, un bancomat e alcuni biglietti da visita: tutti di dimensioni perfettamente compatibili. Più che compatibili, direi speculari, ritagliate con precisione sartoriale.
Ho pensato: come è potuto accadere? Forse che, un giorno, i fabbricanti di portafogli si sono riuniti con quelli di biglietti ferroviari, di bancomat, di biglietti da visita e di carte di credito per stabilire uno standard internazionale relativo alle dimensioni e alla compatibilità dei reciproci prodotti?
O forse al risultato si è arrivati per selezione naturale; l’implacabile meccanismo darwiniano si è messo in moto e, nei secoli, ha selezionato una specie di portafoglio superiore, un "portafoglio sapiens", per così dire, un contenitore ultimo al quale si sono sottomesse le più comuni specie di contenuto?
«Non lo saprò mai», ho pensato lasciando la stazione ferroviaria: «In giro non trovi mai nessuno che dia queste risposte». È vero anche, aggiungo adesso, che in giro non c’è mai nessuno che faccia queste domande.
Piuttosto, vorrei raccontarvi della mia sorpresa quando il biglietto è andato a inserirsi alla perfezione in una delle tasche interne del portafoglio. Aggiungo che, in altre tasche, già avevano trovato calzante alloggio una carta di credito, un bancomat e alcuni biglietti da visita: tutti di dimensioni perfettamente compatibili. Più che compatibili, direi speculari, ritagliate con precisione sartoriale.
Ho pensato: come è potuto accadere? Forse che, un giorno, i fabbricanti di portafogli si sono riuniti con quelli di biglietti ferroviari, di bancomat, di biglietti da visita e di carte di credito per stabilire uno standard internazionale relativo alle dimensioni e alla compatibilità dei reciproci prodotti?
O forse al risultato si è arrivati per selezione naturale; l’implacabile meccanismo darwiniano si è messo in moto e, nei secoli, ha selezionato una specie di portafoglio superiore, un "portafoglio sapiens", per così dire, un contenitore ultimo al quale si sono sottomesse le più comuni specie di contenuto?
«Non lo saprò mai», ho pensato lasciando la stazione ferroviaria: «In giro non trovi mai nessuno che dia queste risposte». È vero anche, aggiungo adesso, che in giro non c’è mai nessuno che faccia queste domande.
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