«FOSDINOVO, 12 MAG - I cellulari a Fosdinovo finalmente “prendono” e il paese è in festa. Oggi il piccolo borgo toscano della Lunigiana, 4.800 abitanti, conosciuto come uno dei luoghi italiani dove nessun telefonino riusciva a squillare per carenza di segnale, si è svegliato “connesso” alla Tim, che ha potenziato la sua rete».
Per dimostrare che non si tratta di “bufala”, l’agenzia Ansa, responsabile per il “lancio” di cui sopra, correda il tutto con una bella fotografia della sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi, che accosta il telefono all’orecchio e dichiara: «Per la prima volta sul display ho visto quattro tacche».
Lo dice con il tono del cieco che ha riacquistato la vista per intervento miracoloso, e c’è da capirla. Nell’anno 2021 la mancata copertura dei telefoni cellulari equivale, per un centro urbano, all’assegnazione all’età della pietra. Vien da trasecolare increduli davanti a certe domande che sorgono ineludibili: come hanno comunicato, fino a oggi, gli abitanti di Fosdinovo? Con il telefono fisso, il fax, il telegramma e la posta ordinaria? A qualcuno di loro deve essere venuta anche la tentazione di parlare con il prossimo: a tanto può ridursi l’umanità quando è privata del più elementare sostentamento.
Grazie alla Tim, oggi il paese è ufficialmente entrato nel XXI Secolo e, nel luogo dove la sindaca Bianchi per la prima volta ha “visto” quattro tacche, pare sorgerà un piccolo Santuario, forse anche un museo che i turisti visiteranno stupiti, aggirandosi tra le bacheche dove si conservano i reperti dell’era a. C. (avanti Cellulari): un telefono a rotella con tanto di agenda dai numeri scritti con la biro, due gettoni trovati in una tomba etrusca, la borsa del postino, un toner per fax. Diventerà popolarissimo quel vecchietto che, seduto al caffè in piazza, darà prova ai visitatori di ricordare ben quindici numeri telefonici a memoria e ancora racconterà, tra l’incredulità generale, di quando scrisse a mano una lettera alla fidanzata.
Curiose memorie da conservare, ma il passato è giusto che appartenga al passato. Ora a Fosdinovo si cambia musica, anzi suoneria. Presto, alla tradizionale fauna ornitologica della Lunigiana si aggiungeranno i trilli elettronici di Apple e Samsung, i “toni” che annunciano l’arrivo di un messaggio WhatsApp e i sibili che sottolineano le mail in partenza.
Non passerà molto prima che Tim non sia più sola, lassù, e allora incominceranno le telefonate promozionali: «Sono Genoveffa, chiamo da Vodafone: vogliamo parlare del suo contratto?». E con le offerte per i contratti di telefonia mobile arriveranno quelle per il collegamento internet, il gas, la luce, i “pacchetti” Sky, l’olio Carli, le agenzie immobiliari e, infine, «signora non riagganci, la chiamo per un sondaggio».
C’è il caso che qualcuno incomincerà a ripensare con nostalgia ai tempi in cui le “tacche” erano rare come i quadrifogli e i telefonini non “prendevano”. Ora che anche a Fosdinovo si è scoperto quel che prendono quando prendono, verrà il rimpianto per i tempi in cui il paese era un’eccezione telefonica, un’oasi delle telecomunicazioni e «occupato» valeva solo a reclamare la privacy al bagno. Tabù che i cellulari, ormai anche in Lunigiana, non rispettano più.
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