Già decenni fa il regista Orson Welles faceva osservare come tra i grandi crimini dell'umanità ci fosse quello di ignorare il contributo che gli anziani avrebbero potuto apportare alla società.
Lui si riferiva in particolare all'arte e ancora più in particolare al cinema, ma il discorso si può certamente allargare. “Solo quando hai vent'anni oppure settanta o ottanta, puoi creare le opere più grandi... il nemico della vita è la mezza età. La gioventù e la vecchiaia sono momenti eccezionali: la vecchiaia è un tesoro”. Chissà che cosa direbbero delle parole di Welles gli anziani giapponesi che sono, in proporzione alla popolazione, forse i più numerosi del pianeta. Un giapponese su 5 ha più di 65 anni e di questi un quarto vive in completa solitudine. Tanto che il fenomeno delle morti di anziani soli, spesso scoperte solo dopo giorni e giorni, è in allarmante aumento fin dagli anni ottanta: se ne stimano trentamila all'anno. E' difficile dire se in Italia l'atteggiamento rispetto agli anziani sia migliore o peggiore.
Probabilmente, visto che gli anziani sono molto considerati per i servizi da baby sitter che possono offrire, c'è da sperare che soffrano meno di solitudine rispetto ai loro omologhi giapponesi. Ma anche se le cose vanno meglio, non vuol dire che vadano bene. Non in un mondo governato da gente di mezza età che corre intorno con gli occhi bendati.
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