Che cosa fate quando vi capita di rovesciare il caffelatte sul tavolo, minacciando l’integrità del giornale fresco di stampa - già aperto su quella gustosa rubrica; come si chiama? "buonanotte" - e le zampe del gatto? Rivolgete qualche moderata imprecazione alla cattiva sorte e, dopo esservi muniti di carta da cucina, ripulite il tutto.
E se, per dire, doveste rovesciare nell’oceano qualche milione di barili di petrolio? La carta da cucina vi servirebbe a poco, certo, ma nondimeno la vostra reazione sarebbe la stessa: «Oh, mamma: che disastro! Come posso rimediare?»
Questa vostra ansia di rimettere tutto a posto potrebbe essere fuoriluogo: almeno a prestare ascolto a un opinionista americano, l’ultraconservatore Rush Limbaugh il quale, nel corso del suo seguitissimo programma radiofonico, ha affermato senza mezzi termini che la soluzione alla "marea nera" è una soltanto: «Non fare niente».
Avete capito bene. Di fronte alle preoccupazioni del governo Usa, della compagnia petrolifera che ha provocato il disastro, degli ambientalisti e degli abitanti della Louisiana, un tantino allarmati alla prospettiva di sguazzare in un mare di greggio, l’ottimo Limbaugh incoraggia all’inerzia: «Tanto è tutta roba naturale. Acqua, petrolio: che differenza c’è?» Tutto questo, purtroppo, induce un doppio sconforto: se gli americani non riescono ad arginare le idee balorde, figuriamoci la marea nera.
E se, per dire, doveste rovesciare nell’oceano qualche milione di barili di petrolio? La carta da cucina vi servirebbe a poco, certo, ma nondimeno la vostra reazione sarebbe la stessa: «Oh, mamma: che disastro! Come posso rimediare?»
Questa vostra ansia di rimettere tutto a posto potrebbe essere fuoriluogo: almeno a prestare ascolto a un opinionista americano, l’ultraconservatore Rush Limbaugh il quale, nel corso del suo seguitissimo programma radiofonico, ha affermato senza mezzi termini che la soluzione alla "marea nera" è una soltanto: «Non fare niente».
Avete capito bene. Di fronte alle preoccupazioni del governo Usa, della compagnia petrolifera che ha provocato il disastro, degli ambientalisti e degli abitanti della Louisiana, un tantino allarmati alla prospettiva di sguazzare in un mare di greggio, l’ottimo Limbaugh incoraggia all’inerzia: «Tanto è tutta roba naturale. Acqua, petrolio: che differenza c’è?» Tutto questo, purtroppo, induce un doppio sconforto: se gli americani non riescono ad arginare le idee balorde, figuriamoci la marea nera.
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