Il bello dell’acquisto

Si chiama “Trunk club” e a differenza di altri siti e di altre app che sembrano gran cosa e poi non servono a niente (c’è un’app che installa sul vostro smartphone un abaco cinese, utilissimo per quanti, dagli anni ’70 a oggi, non hanno avuto il tempo di accorgersi dell’esistenza delle calcolatrici elettroniche), questo potrebbe essere utile.

Lo è senz’altro se - e qui mi rivolgo agli uomini - ci è capitato almeno una volta nella vita di rovistare nell’armadio e di trovare un vecchio indumento (spesso è una giacca, ma può essere anche un maglione o una cravatta) che, con tutta la buona volontà, non possiamo credere di aver effettivamente indossato, e nella vita reale per sopraggiunta, non in un allestimento aziendale de “Il mago di Oz”.

Credo che il problema riguardi anche le donne: neppure loro sono immuni da scelte avventate in fatto di abbigliamento - magari dettate dall’assedio di mode che, al momento, sembrano imprescindibili - ma nessuno è perduto quanto un maschio posto di fronte alla scelta su come vestirsi.

“Trunk club” - per ora attivo soltanto negli Stati Uniti - promette la consulenza di uno «stilista» che ci aiuti a costruire il nostro guardaroba. Non uno stilista a caso: uno adatto ai nostri gusti. Come? Le istruzioni sembrano semplici: ci si registra al sito, si compila un questionario inteso ad approfondire le nostre preferenze e a stabilire per quale occasione vogliamo vestirci, ed ecco che «una vera persona» (da non confondere con una «persona falsa» o, come credo sia l’interpretazione più corretta, un banale software) sceglie i vestiti per noi e ce li spedisce in un baule: “trunk”, appunto.

Il sito promette di liberarci dalla schiavitù dei nostri gusti incerti, dai consigli sgangherati degli amici, dalla pressione assillante dei commessi, dalla mistificazione degli specchi “taroccati” e dai nostri terrificanti, diabolici, mostruosi istinti. In pratica, dal bello dell’acquisto.

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