Il campo

Il campo

L’ultima (o quasi) è che a quelli del Barcellona non è piaciuto il prato dello stadio Meazza di Milano. «Non è all’altezza delle competizioni internazionali» hanno detto.

Che non sia all’altezza, è difficile negarlo: come ben sanno i contadini, i campi non sono all’altezza per definizione, altrimenti per coltivarli non sarebbe necessario chinarsi. Tuttavia, bisogna ammettere che il terreno dove giocano Milan e Inter è proprio in pessime condizioni: zolle smosse in area di rigore, paludi sulle fasce, sabbie mobili all’altezza del dischetto, smottamenti a centrocampo. Ovvio che il club in cui gioca Messi (uno che la sera prima di andare a letto si svita le caviglie e le ripone in cassaforte), nutra qualche riserva nell’impegnarsi a fondo su un campo che, molto meglio del calcio, potrebbe ospitare il remake de "La battaglia dei giganti".

Come per tutte le cose italiane, però, la prospettiva estera è falsata. Laddove a Barcellona vedono solo un campo di patate destinato a uso improprio, noi qui riusciamo a individuare ben altro. San Siro è un posto devastato dall’incuria e dall’incompetenza, frequentarlo costa molto più di quanto dovrebbe, vi danno spettacolo talenti sopravvalutati e in Europa non conta più niente o fatica a farsi considerare. Ciò detto, bisogna concludere che è perfetto così. Perché mai, infatti, dovrebbe essere diverso da tutto il resto del Paese?

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