Oggi - lo dico nel caso vi fosse sfuggito - è il Primo maggio e, secondo una tradizione che si è insinuata nelle nostre vite si terrà a Roma il relativo "concertone".
Confesso di avere un problema con il concerto del Primo maggio: è rumoroso. Esso infatti consiste in una sfilata di individui, quasi tutti impegnati a pestare su strumenti musicali, cantare in microfoni e, non di rado, a prodursi in balzi, corsette e improvvisati passi di danza. Ognuna di queste cose supera da sola il mio livello di tolleranza, figuriamoci tutte insieme. Non vorrei passare per snob: la verità è che sono solo retrogrado. Il mio confine estremo con la musica è segnato da "Atom Heart Mother" dei Pink Floyd (1970). Ciò detto, davvero non desidero fare il bastian contrario e, nello spirito di assicurare la mia partecipazione all’evento, proporrei una marginale riforma: invece dei cantanti, portiamo sul palco i politici. Sento già i mormorii di disapprovazione: aspettate, prima di giudicare. Io vedo già la scena. Sul palco sale Bruno Vespa, presentatore ideale di questo show, che si appresta a invitare sul palco il primo gruppo: per far ciò apre la bocca ma, con sua sorpresa, non ne esce alcun suono. Mentre il pubblico applaude convinto e sollevato, Vespa si arrabatta a gesti e gli "artisti" entrano in scena: un quartetto di senatori Pd. Attaccano la prima canzone ma - nuova sorpresa - né dalle bocche né dagli strumenti esce anche una sola nota. Ovazione del pubblico.
Vespa ci riprova presentando, sempre a gesti, un coro di consiglieri provinciali del Pdl ma anche questi, pur sforzandosi, non possono produrre il benché minimo suono. Il pubblico è in delirio. La scena si ripete con rappresentanti del M5S, di Scelta Civica, di Sel e, nei loro costumi tipici, anche dei deputati della Südtiroler Volkspartei: non un sussurro, da tutti loro, non una nota. Così come completamente silenzioso è il gran finale, con tutti i gruppi politici riuniti sul palco per un meraviglioso, esaltante, irripetibile Primo maggio di silenzio.
Confesso di avere un problema con il concerto del Primo maggio: è rumoroso. Esso infatti consiste in una sfilata di individui, quasi tutti impegnati a pestare su strumenti musicali, cantare in microfoni e, non di rado, a prodursi in balzi, corsette e improvvisati passi di danza. Ognuna di queste cose supera da sola il mio livello di tolleranza, figuriamoci tutte insieme. Non vorrei passare per snob: la verità è che sono solo retrogrado. Il mio confine estremo con la musica è segnato da "Atom Heart Mother" dei Pink Floyd (1970). Ciò detto, davvero non desidero fare il bastian contrario e, nello spirito di assicurare la mia partecipazione all’evento, proporrei una marginale riforma: invece dei cantanti, portiamo sul palco i politici. Sento già i mormorii di disapprovazione: aspettate, prima di giudicare. Io vedo già la scena. Sul palco sale Bruno Vespa, presentatore ideale di questo show, che si appresta a invitare sul palco il primo gruppo: per far ciò apre la bocca ma, con sua sorpresa, non ne esce alcun suono. Mentre il pubblico applaude convinto e sollevato, Vespa si arrabatta a gesti e gli "artisti" entrano in scena: un quartetto di senatori Pd. Attaccano la prima canzone ma - nuova sorpresa - né dalle bocche né dagli strumenti esce anche una sola nota. Ovazione del pubblico.
Vespa ci riprova presentando, sempre a gesti, un coro di consiglieri provinciali del Pdl ma anche questi, pur sforzandosi, non possono produrre il benché minimo suono. Il pubblico è in delirio. La scena si ripete con rappresentanti del M5S, di Scelta Civica, di Sel e, nei loro costumi tipici, anche dei deputati della Südtiroler Volkspartei: non un sussurro, da tutti loro, non una nota. Così come completamente silenzioso è il gran finale, con tutti i gruppi politici riuniti sul palco per un meraviglioso, esaltante, irripetibile Primo maggio di silenzio.
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