Il contenuto

Il contenuto

Accanto alla mia personale lista di giornali da chiudere perché non parlano abbastanza del paradiso, che tengo costantemente aggiornata, ne conservo un’altra che però, al momento, risulta intonsa: la lista della cose clamorose dette dal presidente del Consiglio Mario Monti. Rifletto: a tre mesi dall’insediamento, non è possibile che a Monti non sia sfuggita qualche parolina pepata, sopra le righe. Ecco, c’è stata quella faccenda del posto fisso ma, rispetto al recente passato, niente di che. Come è possibile, dunque, che la mia lista sia ancora al punto di partenza?

Incomincio a sospettare che il problema non sia la scarsità di cose clamorose dette da Monti: il guaio è che quando le dice non sembrano affatto tali. I discorsi di Monti, ormai ben conosciuti dagli italiani, suonano come un ronzio che induce una profonda trance. Il premier a quel punto potrebbe parlare di qualsiasi cosa - vacanze, auto usate, orari del treno, tasse -: tutto sembra confondersi e mescolarsi.

Attacca Monti: «...e allora ho detto a mia moglie di portare anche le scarpe con la para perché una volta mi sono inzuppato i piedi in una pozzanghera e ho preso il raffreddore perché, sul treno, lo scaldino non funzionava; a proposito, l’articolo 18 è abolito. Comunque, al mare, la sera è sempre bene indossare un pullover. In luglio ancora ancora, ma in agosto incomincia a far freschino e gli stipendi degli statali saranno dimezzati».

Con questa tecnica, che sopprime enfasi, sceneggiate, retorica e piagnistei, Monti può far passare di tutto. Andrà a finire che dovremo ascoltarlo per davvero e, quel che è peggio, badare al contenuto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA