Il cuscino viaggiante

Ci siamo: il futuro potrebbe essere qui, alle porte come un parente che viene in visita. Il futuro cui mi riferisco è infatti un futuro familiare, prevedibile: in altre parole, il futuro come ci piace (e ci riesce) di immaginarlo.

Da piccoli, richiesti di figurarci l’anno Duemila quasi tutti stabilivamo che ci sarebbero state automobili volanti e che andare sulla Luna sarebbe stato facile come prendere un regionale per Rogoredo. Queste previsioni non si sono avverate: la Luna è ancora lontana e prendere un regionale per Rogoredo è tutt’altro che facile. Ora però accadrà qualcosa che ha una certa somiglianza con il nostro futuro immaginario.

Waymo, il marchio satellite di Google incaricato dello sviluppo dei veicoli senza autista, ha annunciato che, per la prima volta, metterà a disposizione del pubblico le sue innovative automobili: 600 esemplari che gli abitanti di Phoenix, nell’Arizona, potranno prendere a prestito per un limitato periodo di tempo. Il boss di Waymo, John Krafcik, ha spiegato che le automobili «saranno affidate a centinaia di persone con diverse esigenze di mobilità: da loro ci aspettiamo commenti, critiche e suggerimenti».

Impossibilitato a recarmi in Arizona, provo comunque a fornire un mio commento. Non dubito che le auto di Waymo potranno avere successo, anche se quanti trovano piacere e, in qualche modo, distrazione nella guida non vorranno rinunciare al volante. Per questi, e non sono pochi, guidare ha l’effetto che in altri ha la meditazione: concentrarsi su un compito elimina il fastidioso ronzio delle preoccupazioni, dell’ansia, dei pensieri ribelli e velenosi. Gli altri, specie gli anziani, potranno invece godere del vantaggio di un’auto che fa da sé, a patto che Waymo riesca a conferire ai suoi modelli la fiducia che già tutti proviamo per certe macchine. Ci sono infatti apparecchi e strutture che usiamo con disinvoltura anche senza sorveglianza umana (gli ascensori, e gli edifici in genere), altri sui quali con ci sogneremmo mai di salire se non li sapessimo ai comandi di una persona (gli aerei, anche se sono controllati da un computer per il 99 per cento del tempo di volo). Più che una meraviglia tecnologica, dunque, l’auto Waymo deve diventare un oggetto di fiducia, addirittura umile, come un cavatappi o una forbice. Meglio ancora, un cuscino: per star più comodi nell’ingorgo del futuro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA