Il duello

Il duello

Allarme dall’Australia: «Cercare di smettere di fumare affidandosi al popolare psicofarmaco Champix aumenta il rischio di suicidio». Il quale suicidio, naturalmente, è un sistema garantito per smettere di fumare, anche se dai più giudicato troppo drastico.
Notizie come questa si prestano a battute facili - e decisamente ai confini del macabro - che lasciano però inesplorato il nucleo della questione: l’eterno duello tra l’uomo e la sua forza di volontà o, se preferite, tra l’uomo e quei neuroni rivoltosi che si annidano nel suo cervello. A volte si dimentica, infatti, che chi vuole smettere di fumare e chi vuole continuare sono la stessa persona: in noi convivono due pulsioni. Siccome la volontà logica («devo smettere perché mi fa male») non riesce a prevalere su quella edonistica («chissenefrega: fumo perché mi fa piacere e il piacere mi aiuta a superare il dispiacere»), finiamo per invocare un intervento esterno. Ed ecco che entrano in scena le pillole Champix.
Ciò detto, non ho consigli da dare. Ci mancherebbe. Non sono qualificato e farei solo disastri. Soltanto, mi diverte (e credo sia a suo modo istruttivo) il fatto che in ognuno di noi sia in corso questa battaglia tra volontà e contro-volontà, a scapito di una... terza entità che vorrebbe starsene in pace. Temo però che pace potrà esserci solo alla fine dei giorni. Fine che arriverà, non c’è dubbio, e senza bisogno del Champix.

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