Il Faglione

Il Faglione

Lo scossone che si son prese l’altro ieri le isole Eolie ci ha ricordato, per fortuna senza lutti, come l’Italia - da Nord a Sud - riposi (ma "riposare" non è il verbo giusto) su una slabbratura geologica da sempre pronta a combinar disastri. Questa slabbratura, che chiameremo "Faglione", entra dalla porta del Friuli e subito piega a Sud per saltare la Pianura padana e connettersi all’Appennino settentrionale; percorre quindi d’un fiato l’Italia centrale sfiorando Roma (in Abruzzo ha recentemente dato prova delle sue capacità), fa il solletico ai piedi di Napoli, non dimentica di pavoneggiarsi per il suo contributo all’archeologia (Pompei ed Ercolano), infila senza esitazioni il tacco dello Stivale innervando così la Calabria e sfocia nello Stretto, che supera senza bisogno di ponti o traghetti, per dilagare infine in tutta la Sicilia, spalancando quell’occhio di bragia noto alla popolazione locale come Monte Etna.
Questo sia detto per far presente come, nella sua geografica onnipresenza, il "Faglione" passi sotto il sedere di tutti: impiegati a tempo pieno e precari, presidenti in carica e presidenti morti, alleati ed ex alleati, cognati di ex alleati e direttori di giornale, veline e funzionari Rai, paparazzi e cocainomani, servizi segreti e servizi a pagamento, camorristi e mafiosi, banchieri e sbandati, clandestini e razzisti, intellettuali e tromboni. Ciò detto, chiamatemi pure qualunquista. Poi, però, andateglielo a dire anche al Faglione.

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