Mentre – e su questo saremo tutti concordi, credo – l'intelligenza umana arretra come i ghiacciai sulle Alpi, quella artificiale, al contrario, avanza e, secondo le riviste più attente a scienza e tecnologia, invade territori che non le spetterebbero. In particolare, quello della crittografia.
Dicono gli esperti che un hacker attrezzato può violare le nostre password in meno di un'ora. Questa prospettiva sembra destinata perfino a peggiorare qualora si considerino gli sviluppi dell'Intelligenza Artificiale. Grazie a processi ormai in uso, la capacità di autoapprendimento di alcuni network deputati alla gestione di informazioni è impressionante. Si mettono due sistemi a confronto: un sistema “generator” che crea, per esempio, finte immagini fotografiche e le mescola a quelle reali, e un altro, detto “discriminator”, che cerca di distinguere le une dalle altre. In breve i due sistemi saranno in grado di imparare qualcosa: il “generator” a creare immagini false sempre più “vere” e il “discriminator” a distinguere sempre meglio tra le due. Insieme “generator” e “discriminator” costituiscono un sistema di falsario e contro-falsario, difficile da separare.
Come dire: la lotta – eterna e vischiosa – tra onesto e disonesto, giusto e ingiusto, bene e male, sta per trasferirsi alle macchine. E, sarà un caso, ma giusto ieri la mia lavatrice ha cercato di vendermi un Rolex falso. Però sembrava vero.
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