Mi son perso, ieri o l’altro ieri (tanto ero perduto che non lo so più) nel leggere su un sito tutte le possibili combinazioni dell’ordine d’arrivo della MotoGp che vedrebbero campione del mondo, domani a Valencia, Valentino Rossi. Non perché mi interessi molto di Rossi o dei suoi nemici “mortali” Lorenzo e Marquez (da come hanno presentato la disfida certi media sembra di trovarsi nel bel mezzo di un confronto tra James Bond e il solito maniaco egocentrico supercattivo e il suo viscido, sadico assistente), quanto per il divertimento di speculare sulle ragioni recondite che hanno spinto i mezzi d’informazione a cercare di anticipare per i lettori tutti i possibili scenari futuri.
Naturalmente, non è possibile prevedere tutto. E se un maremoto spazzasse via Lorenzo mentre sta per superare la linea del traguardo? E se un Ufo rapisse Marquez proprio quando sta cercando di tagliare la strada a Rossi? E se invece Marquez, pentito per il tradimento all’ex amico Valentino, dopo una notte tormentosa un po’ sullo stile dell’Innominato, si pentisse e, colto da crisi mistica, convincesse sia Rossi sia Lorenzo a ritirarsi, prima della corsa, in un lontano eremo?
Questo per dire che, insomma, è davvero buffo questo tentativo di incasellare il futuro, di allestire una notizia prima che essa avvenga, di offrire un ventaglio di fatti come un prestigiatore fa con le carte da gioco: lì dentro c’è senz’altro quella giusta.
Non è la prima volta che la stampa fa di questi calcoli: capita spesso ai Mondiali di calcio, con l’Italia appesa, per la qualificazione agli ottavi, a un pareggio della Colombia o a una sconfitta della Nigeria con uno scarto superiore ai 6 gol. Un conteggio del quale, all’avvio dell’evento sportivo, nessuno si ricorda più, travolti come siamo dall’avventura, dal gioco, dall’incidente e dall’accidente. Meglio così: il futuro non si può predire. Solo - speriamo - vivere.
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