Il futuro della mente

Oggi parliamo di cervello. Va bene: prometto che uno di questi giorni incomincerò a usare il mio. Per il momento, parliamo dei vostri, molto più ginnici e preparati.

Sarete forse lieti di sapere che il vostro cervello - e di conseguenza tutto ciò che, con termine generico, si chiama “mente” - non ha più bisogno del corpo per funzionare. Questo anche se non siete tra coloro convinti che la “coscienza” o, in altro termine, l'anima, appartenga a un ambito ultraterreno, ovvero vi sia stata consegnata da Dio. Se pensate che la mente altro non sia che un complicato reticolo elettro-biologico, fino a ieri eravate autorizzati a credere che tutto l'impianto si sarebbe spento al momento del trapasso. Qualcuno oggi dice che non necessariamente è così: tale Michio Kaku (non ridete), autore di un volume intitolato “Il futuro della mente”.

Secondo Michio, o Kaku come preferite, oggi è già tecnicamente possibile “scaricare” il contenuto del cervello su altro supporto: per questa ragione il suo funzionamento sarebbe indipendente da quello del corpo. Potremmo continuare a essere “coscienti” in un'altra sede: per esempio in un computer, anche se è difficile immaginare possa essere il pc di casa, dove la nostra mente sarebbe costretta a convivere con Outlook, Battlefield 3 e le foto scattate al matrimonio della cugina Letizia. Come se non bastasse, saremmo a un passo dal poter “registrare” i nostri sogni come fossero una puntata di Law & Order, dal comandare i robot direttamente con la mente e dal collegarci con altri cervelli (qualcuno metta la password su quello di Gasparri!) come in una sorta di Internet neurologico.

Tutto questo è affascinante, parecchio spaventoso e probabilmente un tantino esagerato a fini editoriali. Trovo però confortante che - su Amazon - “Il futuro della mente” sia in vendita anche in edizione cartacea: dopo tutto, Michio, o Kaku, non ha ancora trovato il modo di trasmettercelo per telepatia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA