Ci tengo a parlare di libero arbitrio perché ammiro il concetto, lo considero quasi divino, e lo vedo annientato ogni giorno da inganni, minacce e prepotenze. Il libero arbitro esiste, non ne dubito, ma è come uno di quei meccanismi della fisica dimostrabili solo in particolari condizioni: senza attriti che intervengano a inquinare la dinamica. In teoria, messo l'uomo sotto una campana di vetro, provvisto delle informazioni necessarie, non di più e non di meno, ovvero di dati rigorosamente oggettivi, egli è in grado di decidere da sé. Altrimenti, e cioè quasi sempre, deciderà sulla base di influenze più o meno esplicite, o più o meno occulte.
Allo studio del libero arbitrio e dei sistemi subdoli per influenzarlo ha contribuito un gruppo di studiosi che ha deciso di esaminare un caso in cui l'intervento manipolatore è quasi allo stato puro: nelle mani di un mago o, per meglio dire, di un prestigiatore. Ancora più nello specifico, gli studiosi hanno esaminato la tecnica con cui i prestigiatori inducono lo spettatore prescelto a pescare dal mazzo una certa carta, facendogli nel contempo credere che la scelta è stata solo e soltanto sua. Il prestigiatore mescola le carte del mazzo davanti alla “vittima” e gliele presenta a ventaglio. Curioso: è proprio nel momento in cui egli sembrerebbe offrire una garanzia di libero arbitrio che, al contrario, stabilisce che cosa sta per accadere. Nel mescolamento, nel posizionamento delle carte, nella loro disposizione leggermente irregolare, un prestigiatore degno di questo nome riesce a influenzare lo spettatore quasi a colpo sicuro.
La ricerca dimostra che la riuscita del trucco è vicina al 100 per cento. Per i ricercatori, l'occasione per svelare tecniche di manipolazione che potrebbero essere impiegate in tanti altri ambiti, oltre a quello della prestidigitazione; per noi un'illuminazione che, se non utile, potrebbe essere almeno educativa: è proprio nel momento in cui tutto sembra farsi libero, garantito, democratico e rispettoso che, con il sorriso mellifluo di un Silvan, qualcuno ci rifila un futuro precotto.
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