Il futuro

Il futuro

Sono certo che ci avete fatto caso, ma forse vale la pena ribadirlo: i giornali non sanno che pesci pigliare. In altre parole, il giornalismo - la carta stampata in particolare - è in crisi. I più danno la colpa alla "rivoluzione digitale", a Internet, per la crescente disaffezione dei lettori verso la carta. Direi che c'è di più: i lettori odiano i giornalisti.

C'è sempre stata, a dire il vero, una ironica diffidenza: «Eh, voi pennivendoli: quante balle cacciate». Ma era roba da poco. Adesso, di affetto ce n'è zero: è subentrato odio allo stato puro. Il riferimento va a Grillo, che si è detto felice per la possibile chiusura di 70 giornali, ma solo come rappresentante di un largo movimento di opinione che vede nella stampa una sorta di granitica consorteria, finanziata con denaro pubblico, il cui scopo è mentire, mentire sempre e a qualunque costo.

Ragionandoci con più calma, è evidente a chiunque che la stampa più che mentire dirige le informazioni a seconda del pubblico cui intende rivolgerle. Si tratta più che altro di un effetto visivo, di una distorsione se volete, intesa a rendersi riconoscibili dalla parte di lettori con cui più si vuole avere affinità. Distorsione che, non diversamente dalla stampa, produce anche Grillo quando, nel suo blog, si rivolge ai seguaci.

Ma l'odio è riservato ai giornalisti in quanto Casta e contro di loro si rivolge quando non producono la distorsione specifica nella quale il singolo segmento di lettori vuole riflettersi: ognuno riconosce la propria distorsione come "vera" e respinge quella altrui come "falsa". Come farà a uscirne, il giornalismo, non ne ho idea, se non che potrebbe incominciare rinunciando all'aiuto statale laddove ingiustificato. Per il resto non credo sia disposto a cambiare: continuerà a selezionare un pubblico cercando di coltivarselo. Piccolo giornalismo per menti proporzionate.

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