Il Grande Ipocrita

Sembra che la faccenda del Grande Fratello (ve lo ricordate? Il programma tv in cui, dopo aver chiuso delle persone in una casa, gli autori lasciano accese le telecamere e se ne vanno a giocare al calcetto), sembra, dicevo, che il Grande Fratello torni a fare parlare di sé.

Nell’edizione “Vip” un pugile è stato espulso per essersi lasciato scappare espressioni omofobiche e commenti inclini alla violenza sulle donne, mentre un ex calciatore si è sentito fare la ramanzina dopo aver snocciolato l’elenco delle sue esperienze adulterine.

Capisco bene la logica dietro questa sorta di rettifica che il programma fa di se stesso, questo costante rimettersi nella carreggiata del politicamente corretto, ma, in un angolo della testa, mi rimane il dubbio che ci sia qualcosa che non va. La televisione, all’apparenza, vuol farci credere di aver ben presente le sue responsabilità etiche e tuttavia, al pari - bisogna dirlo - di certa stampa, cerca in ogni modo di creare l’habitat propizio all’insorgere di situazioni abrasive, volgari e infervorate per poi fingere che un qualche limite - mai annunciato, mai reclamato nelle premesse del programma - sia stato superato e che, grazie a un pubblico intervento “moralizzatore”, la situazioni torni a ricalcare le intenzioni degli autori.

Mi pare che mai come oggi ogni pretensione di decenza sia in realtà un’iniziativa di facciata, un’operazione di immagine: il marketing della personalità. Il bello - o il brutto - è che il resto, ovvero l’indecente, il violento, l’intollerante e il volgare, non è mai precisamente nascosto, praticato in privato, sfogato tra i vicoli di Suburra. Niente affatto: è li da vedere e da sentire, in strada e in Rete, al bar e sui social. Soltanto, c’è un livello di pubblicità e di diffusione che, sentiamo, ancora non può tollerare il dilagare dello sguaiato. Una sorta di “fascia protetta” della decenza. Ipocrita come tutte le moine a favore di telecamera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA