Il libro

Il libro

L’ultima che circola è che non possiamo vivere senza di Lui. O meglio, che non sappiamo più vivere senza di Lui. Lo hanno scritto in tanti: "Badate: adesso che se ne è andato, vi mancherà. Mancherà soprattutto ai nemici: come li riempiranno, i giornali, quelli che sempre e soltanto parlavano male di Lui?"

Capisco questa posizione, perché non ci si dimentica in pochi minuti di chi ha occupato la scena per 17 anni, ma questa Sua "indispensabilità" non la vedo proprio. "Guardate che vi mancherà" dicono loro. "Guardate che non è il caso", rispondo io. Non lo dico per sollievo o disprezzo, per snobismo o superbia: lo dico perché Lui, come Chiunque, è ben lontano dal sostituire l’immensa varietà del mondo.

Vi dico qual è la mia impressione. E’ quella di chi, sedutosi comodamente in poltrona, ha incominciato un libro. Tuttavia, per 17 anni, non è riuscito ad andare oltre la prima pagina: questo a causa di un vicino rumoroso, a ogni ora affaccendato. E lo si sentiva andare e lo si sentiva tornare. E lo si sentiva parlare con gli amici e strillare coi nemici; la notte venivano a far festa e il mattino bussavano con la posta; al pomeriggio c’era qualcuno che faceva i lavori e la sera qualcun altro che li disfaceva; poi arrivava uno con i cavalli berberi, un altro con la vodka e un terzo con il mandolino, senza dimenticare Romolo e Remolo, due mascalzoncelli che passavano a tutte le ore. Adesso, c’è un poco più di tranquillità. Non che cambi molto, ma potrò finire il mio libro.

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