Come tutte le cose che, su Internet, si vorrebbero urlate a squarciagola, ovvero comunicate con precipitazione e pressante intendimento, l’avviso arriva in “caps lock” che sarebbe il modo “cool” di dire: tutto maiuscolo.
L’avviso recita “MASSIMA CONDIVISIONE” e, se fossimo ancora nel vecchio, caro, tattile mondo della carta, invece che nell’impalpabile sfera del digitale, lo immagineremmo stampato, meglio ancora, apposto a timbro sulla copertina di un qualche urgente fascicolo. Oggi, l’avviso “massima condivisione” (per decenza mi rifiuto di scriverlo tutto maiuscolo) accompagna alcuni messaggi, in particolare “post” su Facebook, che si vorrebbe accorrano in aiuto al cittadino bisognoso. Squarci di verità nelle tenebre dell’informazione tendenziosa, manipolata, censoria.
L’ultima volta che l’ho visto apparire con tutta il suo prepotente, perfino maestoso allarmismo, è stato circa una notizia sul canone Rai: «Non pagarlo si può. Lo dice una sentenza». Trattasi di bufala, ovvero di notizia falsa, come si può verificare sui mezzi di informazione più tradizionali, quelli che, nei ritagli di tempo lasciati dall’opera di manipolazione delle coscienze, lavaggio del cervello, censura di verità scomode e seppellimento delle più efficaci cure del cancro per ordine delle compagnie farmaceutiche, si preoccupano, ogni tanto, di verificare le notizie.
È diventato talmente associato a informazioni clamorose quanto distorte, imprecise se non addirittura false, che il marchio “massima condivisione” dovrebbe essere ormai tradotto (in minuscolo o in maiuscolo, a piacere) come “bufala incombente”. Con tutti i guai e la crisi che il web ha procurato ai tradizionali canali d’informazione, sono tra coloro che gioiscono per gli spazi di libertà che esso spalanca e guardo con trepidazione all’evoluzione futura della Rete nel bene di tutti. Credo però che comunque le si voglia trasmettere - pony express, telegrafo, nuvole di fumo, carta, tv, radio, web - le notizie prima di tutto debbano essere vere. Il mezzo, insomma, non modifica il fine.
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