Il miracolo

Il miracolo

Mettete da parte ogni astio o, al contrario, ogni sentimento di ammirazione per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e analizzate queste due affermazioni a lui riconducibili:

1) «Tutti abbiamo diritto a fare degli umani sfoghi se parliamo al telefono con altre persone»; 2) «La manovra? Non c'è tecnico al mondo che sarebbe riuscito a fare il miracolo che abbiamo fatto noi».

Mettetela come volete, ma le frasi sono in contraddizione. Chiunque sia del tutto “umano” - e Berlusconi implicitamente ammette di esserlo nella frase 1 - non può compiere “miracoli”, come egli sostiene di aver fatto nella frase 2. L'argomento sembra capzioso e senz'altro lo è, ma contiene un elemento rivelatore: non si è “umani” o “fenomeni” a seconda della convenienza; è più giusto ammettere di essere uomini, facendosi carico di tutte le pecche del caso, e insistere sul fatto che si sta facendo del proprio meglio.

Si dirà: Berlusconi intende “miracolo” in senso figurato, non certo letterale. A parte che, conoscendolo, non è detto, comunque in quel “miracolo” così rivendicato c'è una carica fuorviante, ovvero il sottinteso che il problema - nel caso, la crisi finanziaria - possa andarsene così come è venuta, senza sforzo e senza sacrificio, per merito soltanto di un superiore e benigno intervento. Siccome non è vero, Berlusconi (e con lui chiunque in futuro governerà il Paese) farà meglio a dircelo chiaro e tondo. Quello sì che sarebbe un miracolo.

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